Una volta ancora solo e penitente
Come un Dio che sa di non essere onnipotente
Che governa un mondo senza gente
Come me che dentro non ho più niente
Eppure pensavo che le parole avessero significato
Invece questa volta mi sono sbagliato… un latrato…
Il mio cuore che si compiange per ciò che non è nato
L’amarezza di non aver potuto dare tutto
Cosicché il diavolo ha coltivato il suo frutto
Il cantante è come tutti gli altri, morto
Ma ciò che scrive è vivo e non gli si può dare torto
I versi delle maledettamente vere canzoni
Sono tanti e saranno letti da milioni di generazioni
Come milioni erano le tue parole … forse solo esagerazioni
Ma che in me danno adesso esasperazioni
Questo testo è incompleto, incompleto come la mia persona
Che soffre come tutti quando il tutto l’abbandona
Sarà che questo tutto è uguale a questo niente
Vesto e pesto, ma resto inconcludente.