Le parole sono importanti. Scegliere le parole adatte è importante. Spesso non ci facciamo caso, ma l’uso di certe parole deformano la realtà, ci spostano pericolosamente dal piano razionale a quello irrazionale. Un’esempio? L’uso della parola terrorista.
Terrorista è colui che crea terrore. Il terrore è, secondo il Vocabolario Treccani, “un sentimento e stato psichico di forte paura o di vivo sgomento in genere più intenso e di maggiore durata che lo spavento”. Praticamente il mondo Occidentale (e non solo) sta combattendo contro qualcuno che nella vita come professione spaventa pesantemente le persone.
La paura è irrazionale. Di fronte alla paura le persone fanno di tutto pur di superarla, accettando qualsiasi compromesso (e qualsiasi limitazione della propria libertà). Se hai paura sei controllabile.
Le persone che in nome di Dio commettono atroci barbarie non sono terroristi, ma criminali. Infatti, si definisce criminale “chi è colpevole di gravi delitti o manifesta delle tendenze pericolosamente antisociali” (garzantilinguistica.it).
Invece di parlare di lotta al terrorismo islamico bisognerebbe parlare di lotta alla criminalità di stampo falsamente religioso (non dimentichiamoci mai che i primi a morire per mano dei terroristi sono gli stessi musulmani).
Non esistono mostri, ma soltanto persone che fanno cose mostruose. Combattiamo le persone, non i sentimenti che ci scaturiscono. Prima, però, per indebolire questi criminali, distruggiamo il concetto di terrorismo.
Il sonno della ragione genera mostri
(cit.Goya)